Attesa ad Hogwarts

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
28 Agosto 2011
Hogwarts, h 22:10

Finalmente. Credevo seriamente che sarei morto di noia senza poter rivedere un’ultima volta la mia vera casa. Naturalmente Silente ha scelto l’ultimo istante per affibbiarmi l’ennesimo incarico per l’Ordine. Non che mi entusiasmi essere una spia e passare sempre per quello che non sono, agli occhi di entrambe le parti… eppure un lavoro simile durante le ferie sarebbe stato un ottimo diversivo. Ma Silente ha, come spesso accade, scelto il momento meno opportuno.

Ieri mattina ho aperto la porta, bagaglio alla mano, e me lo sono trovato davanti. Con quel suo sorriso tirato che conosco ormai bene. E’ quello tipico di quando vuole darmi un compito che non apprezzerò. Comunque sia ho eseguito. Alla fine si è trattato solo di sorvegliare un paio di nomi (mai sentiti, per altro), nulla di troppo faticoso o pericoloso ma ha richiesto tutta la giornata.

Sono tornato a Hogwarts che albeggiava. Senza neanche guardarmi intorno (cosa che faccio ogni volta, probabilmente con lo stesso sguardo allucinato di un moccioso) mi sono lasciato andare sul letto. Mi sono risvegliato che era sera. Con ancora addosso il mantello e un vago senso di smarrimento.

Gli studenti non sono ancora arrivati. E’ sempre strano attraversare il castello quando è immerso nel silenzio. Manca perfino buona parte del miei colleghi. Siamo solo Minerva, Filius, Rolanda, Pomona ed io. E Silente, ovviamente. Pare che l’anno inizierà senza Hagrid (è dovuto correre da Madame Maxime per affari urgenti che Silente si è rifiutato di spifferare). Non è un grosso problema ma dubito che Wilhelmina sostituirà Rubeus anche nell’accoglienza degli studenti. Ho un terribile presentimento…

Severus

Con lei

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
23 Agosto 2011
Spinner’s End

Mi sono svegliato improvvisamente. Non mi ero reso conto di essermi addormentato. Avevo preparato i bagagli per la partenza (anche se prenderò il treno per Hogsmeade solo sabato) e poi, indeciso su cosa fare, mi sono preso un tomo dalla libreria. Senza troppa convinzione. Il tedio che si respira qui, non solo a casa mia ma in tutta la via, è talmente opprimente da cancellare anche la voglia di trovare un rimedio.

Non ho letto molto, comunque. Quando mi sono risvegliato ho trovato il libro aperto a pagina 4. Mi sono guardato in giro, assonnato e con un vago ricordo mezzo sfumato. La luce che entrava nella stanza era nettamente diminuita rispetto a quanto ricordassi. Ma potrebbe anche essere dovuto ai fumi della fabbrica, magari hanno aumentato la produzione causando un’improvvisa eclissi di sole.

Ho cercato di sforzarmi, di afferrare il ricordo. Un sogno.

Ero ragazzo, forse al sesto o settimo anno. Correvo, inciampando nella mantella troppo grande, correvo nella notte verso Hogwarts. Tornavo da… beh… pensavo che avrei potuto incontrare i quattro idioti durante una delle loro scorribande notturne. Ma svoltato l’angolo della serra ho trovato un fagotto per terra, poco distante da me. Era una bambina con una tunica viola e dorata, la vestiva tutta dal collo alla punta dei piedi. Era riversa a terra, non potevo vederle il viso ma sapevo che era Lei. Avrei potuto ricoscere il colore dei suoi capelli fra mille dello stesso colore.

L’ho aiutata a girarsi, chiamandola per nome. Non so come ma all’improvviso era pomeriggio, potevo vedere una festa vicino al lago e, oltre il confine, il tramonto. Lily era seduta sulle mie ginocchia e giocava con alcuni minuscoli ciondoli. Mi è quasi preso un colpo quando l’ho sorpresa nell’intento di metterseli in bocca. L’ho sgridata facendoglieli sputare tutti. E lei ha riso. Era la stessa Lily che ho conosciuto quando eravamo bambini.

E’ successo altro nel sogno. Ne sono certo. Ma non riesco a ricordare di più. Sicuramente l’ho abbracciata perché mi sono svegliato con la stessa sensazione di quando la toccavo. Eppure non riesco a sentirmi completamente felice di questa piccola consolazione. In fondo sogno Lily molto di rado.
Per la verità mi sento solo molto stupido.

Severus

Torta di zucca

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
18 Agosto 2011
Spinner’s End

Ieri era il compleanno di mio padre. Non mi capita mai di pensarci, nè al suo compleanno nè tantomeno a lui. Ma sono dovuto andare a Diagon Alley per alcune faccende e passando davanti alla Ice Mice, la pasticceria in fondo alla strada, mi è tornata alla mente mia madre. Adorava quel posto. La divertiva il nome. Si divertiva con poco ma molto raramente. Immagino che non sia sempre stata così, credo che lo sia diventata dopo aver conosciuto lui.

Non è che non ci sia passato davanti altre volte ma ieri, chissà perché, i ricordi sono riaffiorati. Forse perché nella vetrina era esposta la torta di Sambuco… la preferita di mio padre. Effettivamente è un dolce tipico di questo periodo. La prima volta che mia madre mi portò qui per prendere la torta, io ignoravo cosa fosse il Sambuco. Ma già odiavo mio padre. Eppure fu grazie a lui che mi interessai alle erbe e alle pozioni.

Sambuco. Mi piace quel nome. Con tutta la mie ingenuità di bambino, la immaginavo come una pianta misteriosa, custodita in qualche anfratto naturale, ma di una bellezza abbagliante. In biblioteca scoprii che il Sambuco ha fiori e bacche commestibili ma il resto della pianta è tossico per la presenza di cianuro. Perfino i semi all’interno delle bacche lo sono. Ricordo che ne restai affascinato. E non mi vergogno di aver sperato che la pasticceria potesse commettere un errore nella preparazione del dolce. Una speranza che si rivelò vana nel tempo.

Mia madre adorava la torta di zucca. Ne prendevamo sempre una fetta quando passavamo di qui a ritirare quella per mio padre. La osservavo mentre la mangiava e un’emozione repressa le velava lo sguardo. Sicuramente quel dolce le rievocava vecchi ricordi, anche se non mi ha mai confidato quali.

Come uno sciocco sono rimasto immobile davanti alla vetrina, mentre la memoria tornava al passato. A qualche decennio fa. Il prossimo anno devo ricordarmi di non rimandare ad agosto gli acquisti per il nuovo anno scolastico. Grazie al cielo mancano appena due settimane.

Severus

Silenzio

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
30 Luglio 2011
Spinner’s End

Ancora un mese. Col passare degli anni, si dice, si ha la sensazione che il tempo scorra più velocemente. Ma è un luogo comune non sempre valido. A casa, per esempio, ogni estate, per me il tempo si ferma. Non c’è nulla da fare e mi lascio scivolare nella lettura ma non completamente. Non ci riesco. Immancabilmente guardo l’orologio sulla credenza… e le lancette non si muovono.

Odio l’estate. L’ho sempre odiata. Anche se… una volta c’era Lei. Ora non c’è più nessuno. A volte quasi sento nostalgia di Potter. Quasi. Avrei voluto colpirlo di maledizioni e sognavo che un giorno le cose sarebbero cambiate. Ma non avrei mai immaginato ciò che è realmente successo. Non era forse meglio la sua arroganza che questo dannato silenzio?

A volte è come se non esistessi. Come se fossi morto con loro.
Un po’ è così, una parte di me è effettivamente morta quella notte. Solo che… probabilmente era la parte più viva di me.

Severus

Una notte qualsiasi

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
14 Luglio 2011
Hogwarts

Ero convinto che fosse trascorso molto più tempo dall’ultima volta che ho scritto. Ma era solo inizio novembre quando ho chiuso il diario nell’ultimo cassetto della scrivania. Credevo fosse passato un anno, ormai. Ma no. In realtà l’anno trascorso è quello scolastico. L’ennesimo. Non conto più. Anche se forse, facendolo, scoprirei di aver trascorso qui, ad Hogwarts, meno anni di quel che credo. In fondo è come se fossi qui da sempre. Non che i ricordi di famiglia, dei primi anni di vita nel mondo babbano, si siano dissolti… se fosse possibile…

Dovrei essere a Spinner’s End, come ogni estate. Ma ho approfittato della possibilità per tornare al castello. In apparenza senza motivo. In verità… solo per respirare ancora quell’atmosfera che è parte inscindibile di me. Verrei letteralmente linciato da ogni studente di Hogwarts se anche solo osassi proporre di eliminare la pausa estiva. Probabilmente anche dai miei colleghi. Sono sempre così desiderosi di andarsene per un paio di mesi. Perfino Sibilla, per quanto la sua sia una disciplina parecchio eterea che lascia non poco spazio all’immaginazione. Ma per me è diverso. Comunque il rimedio di oggi è solo una magra consolazione. Hogwarts non esiste senza studenti e, così vuota, allevia di poco il mio umore. E non c’è gran che da fare, ecco perché mi ritrovo con il diario fra le mani. Ma è sempre meglio che restare a Spinner’s End.

Per stanotte resto qui. Farò il giro di controllo in ogni piano, come fosse una notte qualsiasi di un anno scolastico qualsiasi.

Severus

Alba o tramonto

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
03 Novembre 2010
Hogwarts, Ufficio – h 22:26

Ancora qui. Come sempre. Contrariamente ai miei timori.

Ad ogni modo… Hogwarts è ancora sotto i postumi di Halloween. Dolci e pasticcini ovunque l’occhio si posi. E Silente si rifiuta di levare le zucche che ha posto in ogni angolo del castello. A lezione, mal celato dai gorgoglii dei pentoloni sul fuoco, sento un continuo e fastidioso masticare. Se gli studenti facessero lavorare le teste così come fan lavorare le mandibole… sarei meno stressato.

Il clima festaiolo che regna in questi giorni ad Hogwarts è in forte contrasto con quanto si può vedere dalle finestre. L’autunno è gelido quest’anno: la nebbia ci avvolge per buona parte della giornata, regalandoci qualche sprazzo di luce solo nel primo pomeriggio. Ho trascorso il giorno di Ognisanti da Lei, come ogni anno. So da anni di avere a disposizione solo l’alba o il tramonto. Me ne vado in tempo, prima che Harry, Silente, Minerva e gli altri dell’Ordine facciano la loro visita. Sicuramente anche loro lo sanno.

Severus

Il suo diario

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
05 Aprile 2010
Hogwarts, Ufficio – h 10:03

Che idiota.
E dire che proprio due giorni fa mi sono congratulato con me stesso per essere riuscito a non pensarci più. Almeno dall’ultima volta che ho scritto. Gennaio. Un buon traguardo. Ottimo se si considerano i precedenti insuccessi.

Mi è tornata alla mente ieri sera, a tavola, mentre Sibilla mi porgeva il liquore alle more versandone, per la verità, più sul tavolo che nel bicchiere. Non credo di averle neanche risposto mentre mi lasciavo rapire dai riflessi del liquore: rosso vivo. Ed eccola tornare, la spasmodica necessità di Lei.
Ignoro quanto tempo sia passato prima che riuscissi a distogliere lo sguardo. Intorno a me nulla era cambiato e i dolci erano ancora intatti sul tavolo. I mille rumori della Sala Grande mi sembrarono improvvisamente più insopportabili del solito.

Ho lasciato la Sala senza che nessuno se ne accorgesse. Senza neanche pensarci ho attraversato scale e corridoi con una meta ben precisa. Solo quando mi sono fermato, e la luce delle fiaccole ha ceduto il posto a quella più tenue della luna, mi sono accorto di essere nella Stanza delle Necessità. L’infinità di cianfrusaglie affioravano nel buio man mano che i miei occhi si abituavano alla scarsa luce.

Dover prendere atto dei miei pensieri è un fastidio. Quasi quanto doverli ammettere ad altri. Perché dev’essere così?
Me lo sono chiesto continuamente mentre frugavo febbrilmente in un baule colmo di pergamene e quaderni. L’idea di potervi trovare qualcosa di utile mi aveva già attraversato la mente ma ero sempre riuscito, fino a ieri sera, ad allontanarla prima di valutarla come fattibile.
Ed eccolo finalmente. Il suo diario. L’ho tenuto stretto fra le mani come se si fosse trattato della sua stessa vita. Nessun nome, nessuna firma. Solo una L. Non importava, ero certo che l’avrei riconosciuto fra mille. Cercando di non dar peso ai sensi di colpa, ho sfogliato le prime pagine. Per un istante mi sono rallgreato di non leggere il nome di Potter. Ma certo. E’ bastata un’occhiata alla data per capire: non era ancora a Hogwarts, Lily. Nessuno di noi aveva ancora varcato i cancelli della scuola.

Ho letto e riletto quelle pagine mentre l’immagine di una nuova Lily prendeva forma nella mia testa. Nuova. Sconosciuta. Possibile che ignorassi tutte queste cose di lei? E perchè il mio nome non era riportato nemmeno una volta? Stavo giusto cercando il resoconto dell’arrivo a Hogwarts quando una foto scivolò via dalle pagine. Guardandola tutto si chiarì: nessuno di quei volti, ritratti felici sulla riva del lago, mi era noto. Ho scaraventato via tutto. Diario, quaderni, baule. Tutto ciò che mi è capitato a tiro. Non ha importanza. Quella era una mia necessità, la mia stanza. Nessuno saprà mai nulla.

Anzi, ora non ricordo nemmeno se tutto ciò è avvenuto davvero. Forse ho solo sognato.
Che idiota.

Severus

I ricordi riaffiorano troppo

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
11 Gennaio 2010
Hogwarts, Ufficio – h 22.48

Sono sparito per un po’ di tempo da queste pagine. Non sopporto il periodo che si è appena concluso. E non posso negare che i resoconti delle mie giornate siano ogni giorno, ogni anno, uguali. A che serve scrivere mille e mille pagine identiche?

La verità è che fingere è più accettabile. Chiudersi fra quattro mura e trascrivere su un diario la desolazione che si sente nel cuore è il modo migliore per rendere quella desolazione ancora più profonda.
Ho fatto il mio dovere. Ho sostituito Vitious e non è stato fastidioso quanto pensassi… finchè Silente non mi ha fatto notare che le canzoni da me scelte non erano adatte allo spirito allegro del Natale. Comunque non mi sono tirato indietro. Non ne avevo proprio voglia. Mi sono lasciato scivolare addosso tutto. I festeggiamenti in Sala Grande, la riunione dell’Ordine, il coro, le luci che esplodevano nel cielo stellato l’ultimo giorno dell’anno.

Sabato ho fatto la mia solita fuga. Sono partito prima dell’alba per eludere i piani di Silente. Sono rimasto a casa per portare avanti un po’ di lavoro scolastico arretrato e verso il tramonto sono andato da Lei. Da loro. Il tempo si è fermato, come sempre quando mi perdo fra i ricordi.

Quando sono tornato ad Hogwarts pareva che il mio umore avesse dipinto il mondo che mi circondava. Era appena sera ma sembrava che la notte incombesse con furia su ogni cosa. Sembrava che le luci delle stelle dovessero cadere da un momento all’altro. E che il castello stesse per sgretolarsi.
Mi sento sempre come se mi stessero strappando l’anima dal corpo.

Severus

Una pozione per Vitious

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
12 Novembre 2oo9
Hogwarts, Ufficio – h 22.44

Continuo a trovarmi biglietti sotto la porta. Coloro che si definiscono le “mie serpine” a quanto pare osservano ogni mia mossa giacchè non riesco proprio a trovarmi in ufficio nel momento in cui lasciano i loro messaggi. Che abbiano un programma dettagliato della mia giornata tipo?
Il secondo biglietto è arrivato dopo pranzo, il terzo ancora dopo il tè con i colleghi. In fondo non è nulla di male, forse non dovrei nemmeno preoccuparmene. Non è la prima volta che mi capita qualcosa di simile ma la mia reazione è sempre la stessa. Detesto che i miei pensieri possano essere tanto palesi da indurre qualcuno a darmi sostegno.

Mi sono osservato un po’ intorno sia a lezione che in Sala Grande per tentare di scorgere sul volto di una delle mie studentesse la complicità in quanto sta accadendo. Ma è stato inutile. E inoltre… perchè dovrei escludere la possibilità che si tratti di uno scherzo? Potrebbe essere qualcuno di un’altra Casa. Per un istante ho perfino pensato che potrebbe essere Silente. Quel vecchio si è sempre divertito un mondo a mettermi in difficoltà con i suoi giochetti.

Ma che servirebbe saperlo? Farei finta di nulla come ho sempre fatto.
Devo smetterla di pensarci. Ormai siamo a novembre inoltrato. Fra qualche settimana Vitious e Gazza inizieranno ad addobbare Hogwarts come fanno ogni anno. Il mio malumore peggiora sempre in quel periodo ma quest’anno è peggiorato prima: Vitious dice che se la sua raucedine non svanisce si vedrà costretto a delegare a qualcun altro il suo compito come direttore del coro. Il fatto che sia venuto di proposito a dirmelo (come se me ne importasse qualcosa) mi incute qualche timore.
Sarà meglio che gli prepari qualcosa di efficace.

Severus

Un messaggio

•6 dicembre 2011 • Lascia un commento

Diario di Severus Piton
10 Novembre 2oo9
Hogwarts, Ufficio – h 22.23

Ho il vago sospetto che i miei pensieri siano diventati di dominio pubblico. Eppure non credo di essermi tradito. Non nego di avere spesso la testa altrove ma ho tenuto il comportamento di sempre. Niente di strano, quindi, le solite scaramucce con Minerva, Silente sempre fra i piedi, togliere punti ai grifondoro e punzecchiare Potter, le lezioni… eppure… bah, inutile far finta di nulla. Stasera, mentre rientravo in ufficio dopo il consueto té delle cinque in Sala Insegnanti, ho trovato sotto la porta un biglietto. Piccolo, verde con la scritta rossa.

“Si faccia forza, prof!
Le sue serpine”

La prima reazione è stata di rabbia. Detesto che si intuiscano i miei stati d’animo. Sono solo affar mio. C’è già Silente che ficcanasa dove non dovrebbe. Ma poi, riflettendoci, mi sono reso conto che sotto sotto l’unica cosa che sento è tristezza. Non capisco se sia dovuta ancora all’anniversario appena trascorso, alle parole del biglietto o ad entrambe.
Non lo so e forse neanche mi interessa. Vorrei solo spegnere tutto, almeno per un istante. E non sentire più nulla.

Severus